Oggi i Retailer che vogliono comprendere al meglio i propri consumatori e conquistare i potenziali clienti, affidarsi solo ai Big data risulta essere un’analisi incompleta, la soluzione per il successo di un Brand è sicuramente negli Small data.
E’ quanto afferma Martin Lindstrom, consulente di alcune delle aziende più influenti al mondo, miglior esperto di brand building, e diciottesimo esperto di business al mondo, nel suo libro “Small data“.
I Big data raccolgono indizi ricavati da internet, da database, algoritmi, ci indicano quando il cliente acquista, cosa acquista: modello, colore, misura/taglie, prezzo medio di spesa, ma è solo parziale, è carente di tutte le informazioni che spingono oppure no un cliente ad acquistare, cioè gli Small data.
 
Gli Small data evidenziano quelle che sono le osservazioni, le idee, i desideri, le abitudini, i gusti, le esitazioni dei clienti. Questi sono dati importantissimi da rilevare per un’azienda, anche e soprattutto direi se il cliente non ha acquistato. Conoscere il reale motivo che non ha portato il potenziale cliente ad acquistare è fondamentale per il miglioramento di un Brand di successo.
L’estrazione dei due dati è imprescindibile per comprendere al meglio i fattori che orientano la decisione di accordare la fiducia ad un brand.
In questo scenario ecco che il touchpoint dell’offline gioca un ruolo determinante per raccogliere i messaggi impliciti che sono gli Small data. E’ in questo contesto che al negozio fisico, quindi alle sue risorse, sono chieste delle abilità maggiori. E’ importante che il proprio personale in store sia a conoscenza delle nuove skills, che acquisisca: sensibilità, professionalità, gentilezza, integrità, vitalità, apertura mentale, autocontrollo, umiltà ed altro.

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